Si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del Manifesto per le città democratiche e antiproibizioniste lanciato da Radicali Italiani insieme all’Associazione Enzo Tortora Radicali Milano a cui sono intervenuti Lorenzo Lipparini Assessore alla Partecipazione e Open Data di Milano, Giulia Crivellini Tesoriera di Radicali Italiani, Massimiliano Iervolino segretario di Radicali Italiani, Michele Usuelli Consigliere Regionale Lombardia. Federica Valcauda segretaria dell’Associazione Enzo Tortora Radicali Milano.
Sarà in prima linea sul territorio milanese l’Associazione Enzo Tortora Radicali Milano con la segretaria Federica Valcauda: “Crediamo che il ruolo del Comune di Milano e della Città Metropolitana sarà fondamentale per dare un assetto europeo alla città, che non può prescindere dall’avanzamento dei diritti anche a livello locale e che i sindaci non possono ignorare. Milano dovrà investire sulle reti di comunità di Riduzione del danno, muovendosi da un approccio repressivo a quello educativo. Credo che la coalizione che sosterrà Sala dovrà denunciare in prima persona la duplicità ruolo del Sindaco in questi due enti e dichiararsi intenzionata ad attivare una rete di città antiproibizioniste italiane, dove, sembrerà assurdo per qualcuno sentirlo, il risultato finale sarà più sicurezza. Questa è la strada che noi seguiremo”.
Prosegue Giulia Crivellini ricordando come “Il nostro Manifesto per le città democratiche e antiproibizioniste si fonda su proposte di ampliamento della partecipazione. La visione antiproibizionista, che comprende sostanze stupefacenti e sex work, può liberare energie per accorciare la forbice delle disuguaglianze. Le proposte che facciamo sono concrete, e si concretizzeranno attraverso gli strumenti che il regolamento del Comune di Milano prevede a partire dal lancio dell’alleanza delle città antiproibizioniste, che anche a livello europeo ha avuto una forza importante per l’introduzione di politiche differenti. Sarà fondamentale in materia di sex work la creazione di aree dove viene riconosciuto il lavoro sessuale, e quindi la tutela dei diritti delle lavoratrici e lavoratori del sesso”.
L’Assessore Radicale alla partecipazione Lorenzo Lipparini ricorda in vista delle prossime elezioni comunali: “Democrazia e diritti sono alla base della nostra proposta di governo rivolta ai cittadini. Ripensare le città e la nostra società dopo la pandemia sarà possibile ed efficace solo con il contributo e il coinvolgimento delle persone. Questo vuole dire potenziare gli strumenti di partecipazione a tutti i livelli e rendere più efficienti le nostre amministrazioni. Il potenziamento dei diritti di partecipazione dei cittadini è cruciale, pensiamo alle assemblee dei cittadini estratti a sorte sperimentate in questi anni dal Comune di Milano. Il Sindaco della notte sarà una figura da inserire, sperimentata anche in altri contesti europei, che coordina i servizi e operatori della notte”.
Interviene anche il consigliere regionale Michele Usuelli: “Ritengo che i temi su cui i milanesi sceglieranno chi votare siano: il ruolo sociosanitario dei sindaci, quali grandi opere compiere, come spostarsi in città in maniera comoda ed efficiente tenendo conto della questione ecologica oggi cruciale, e non ultimo la partecipazione dei cittadini nelle scelte della amministrazione. Su questi temi abbiamo ottime proposte, non improvvisate, ma frutto di un lavoro che dura da anni.”
Nel presentare il manifesto è stato ricordato in chiusura dal segretario di Radicali Italiani Massimiliano Iervolino come:“Nel 2021 andranno al voto oltre 1000 comuni italiani, tra cui Milano.Queste città, insieme alle altre Città metropolitane, si troveranno – per la seconda volta dopo l’approvazione della riforma Del Rio – a eleggere non solo il proprio sindaco ma anche, per via indiretta, il sindaco della Città metropolitana.La prima sfida tra tutte è quindi il governo delle trasformazioni del territorio in un’ottica di rafforzamento dei diritti di democrazia, di inclusione e di partecipazione. Fondamentale è il tema dell’antiproibizionismo per le nostre periferie, eliminando la propaganda della sicurezza in modo proibizionista e miope rispetto ai fallimenti degli ultimi 60 anni”.