Queste pagine sono dedicate alla discussione: se vuoi vedere pubblicato il tuo contributo invialo via mail a radicalimilano@gmail.com
Contributo inviato da Antonio Sartori
Nell’attuale clima di generale insicurezza e instabilità possiamo perlomeno vantare il lusso di divertirci della (tragi)comicità di alcune contraddizioni che ultimamente emergono sempre più numerose.
Purtroppo o per fortuna, questa peculiarità è più diffusa di quanto non si creda, tanto da essere affine persino al mondo Radicale.
Di fatti, se agli albori della formazione del soggetto politico +Europa, le critiche più comuni fra i vari detrattori vertevano sulla teoria per la quale fosse una lista elettorale meramente finalizzata a soddisfare le velleità politiche di Benedetto Della Vedova e compagni, oggi molti degli stessi spingono per la definizione di +Europa in una scarna (per attrattiva, credibilità e visione a lungo termine) lista elettorale da proporre a più riprese, destinata ad un lento e inesorabile logorio.
Gli stessi soggetti preoccupati per una supposta tendenza “poltronaia” (termine che non può evitare di riportare alla mente echi grillini), andrebbero quindi a supportare uno sciagurato progetto che inevitabilmente diffonderebbe le loro paure anche a quell’elettorato definito “di massa”, in una sorta di spirale masochistica in costante espansione.
La parola chiave attorno alla quale deve basarsi tutto il processo fondativo del soggetto politico +Europa, non può che essere “Responsabilità”.
La stessa Responsabilità individuale e collettiva che rappresenta le fondamenta del nostro universo federalista, antiproibizionista e nonviolento.
La stessa Responsabilità sulla quale ogni libertà (individuale, economica, politica, sociale) deve necessariamente basarsi per essere realmente tale.
La stessa Responsabilità che globalmente pare vada sempre meno di moda via via col passare degli anni.
È necessario preservare un minimo di coerenza, se non come valore in sé, perlomeno per garantire un livello decente di credibilità, necessaria ai fini della condivisione e diffusione delle nostre idee.
E in questo preciso frangente la coerenza si traduce direttamente in perseverare nella strenua difesa della responsabilità: bene lo abbiamo fatto durante la campagna elettorale, ma a distanza di qualche mese è arrivato il momento di valutarci in maniera altrettanto clinica e oggettiva.
Guardiamo a noi, alle 900000 persone che il 4 Marzo hanno barrato il nostro simbolo, alle decine di migliaia di persone in Lombardia che solo per vedere quel simbolo sulla loro scheda ci hanno addirittura donato la loro firma, magari in tempistiche o condizioni climatiche proibitive.
Dobbiamo rispettare e anzi ripagare la fiducia che queste persone (non numeri, persone!) hanno riposto in +Europa.
Non in Radicali Italiani, non in Forza Europa, né in Centro Democratico o Movimenta, né tantomeno in Emma Bonino (nonostante sia impossibile non riconoscere il preziosissimo e prestigiosissimo apporto): quelle persone volevano +Europa, e vogliono +Europa!
I giorni passano, la vita e la politica proseguono nel loro percorso indipendentemente da noi; il pendolo oscilla fra la nostra fatidica “data di scadenza” e lo spettro incombente di nuove possibili elezioni prima del previsto, passando dal fisiologico calo di consensi (praticamente dimezzato rispetto al giorno del voto) stimato dai sondaggisti.
Al di là dell’operato dei nostri parlamentari e dei famigerati 7 saggi, la priorità di noi militanti (ma anche dei dirigenti dei vari soggetti costituenti) più che speculare o tentare operazioni di lobbying per cercare di influenzare la decisione finale riguardo la costituzione di +Europa, dovrebbe essere attivarsi in prima persona.
Non possiamo più permetterci di attendere, chi già era presente e radicato sul territorio dovrebbe ricominciare ad attivarsi, e chi invece è appena nato dovrebbe allo stesso modo iniziare immediatamente: far rete, coinvolgere nuove persone, far sapere che no, +Europa non è morta, che una vera alternativa -liberale, federalista, antiproibizionista, attenta ai diritti civili- esiste!
Abbiamo davvero il nostro futuro in mano, e se infine +Europa si rivelerà un buco nell’acqua, chi oggi ha deciso di farsi da parte e non assumersi responsabilità, sarà poi suo malgrado responsabile -questa volta sì- della disfatta.
Disfatta che ai loro occhi potrà sembrare insulsa, ma che sarebbe tanto pregna di arroganza, disrispetto e imbarazzo da rendere il nostro 2,7% di Marzo il più glorioso e malinconico dei ricordi.
Per arricchire la discussione condividiamo:
- la lettera aperta di Lorenzo Strik-Lievers e Olivier Dupuis, la trovate QUI
- l’aggiornamento ai membri del Comitato di Radicali Italiani e alle associazioni territoriali, lo trovate QUI