We are everywhere! Orgoglio radicale dopo il Pride di Milano

«We are everywhere!». Cinquant’anni fa, a New York, qualcuno lanciava una bottiglia: allo Stonewall Inn nasceva il movimento lgbt+. Sylvia Rivera, Marsha P. Johnson e tante altre persone stanche delle retate, delle botte, di non vedere riconosciuti i loro diritti, decidevano di non nascondersi più. Due anni dopo, in Italia qualcuno a Torino fondava il Fuori! (Fronte unitario omosessuale rivoluzionario italiano), tra le prime associazioni del movimento di liberazione omosessuale italiano. A due anni dalla sua nascita, il Fuori! decise di federarsi al Partito Radicale, il primo partito italiano a includere nelle proprie liste candidati dichiaratamente omosessuali. Nel 1979 qualcuno fondava il Mit (movimento italiano transessuale) che, insieme al Partito Radicale, ottenne l’approvazione di una prima legge per il riconoscimento del cambio di sesso. Qualcun altro, in un passato più recente, si è battuto per una campagna di “affermazione civile” che portasse al riconoscimento del matrimonio tra persone dello stesso sesso.

Sono solo alcune delle persone che prima di noi hanno dato il loro impegno, e in qualche caso la loro vita, per permetterci, come abbiamo fatto qualche giorno fa, di uscire per strada a Milano nel modo che più sentiamo nostro. Ci hanno permesso di sfilare, di travestirci, di ridere, ballare, ritrovarci, rivendicare, di non doverci nascondere. Trans, bisex, etero, gay, intersex, mamme, papà, nonni, bambini, studenti, sex workers, cattolici, atei, musulmani, ebrei, bianchi, neri, gialli, marroni, coi pantaloni, con la gonna, in canotta o in camicia, uniti dall’amore per la libertà, sotto le bandiere arcobaleno, a ballare sulle note dei Queen e degli Abba, consapevoli che c’è ancora tanta strada da percorrere: per una legge che tuteli le persone intersex, che fermi le mutilazioni genitali infantili nei loro confronti, per una nuova legge per le persone transessuali, che riconosca il diritto a modificare i propri dati sui documenti d’identità senza dover prima sottoporsi alla sterilizzazione chirurgica, per regolamentare la prostituzione, per una legge che regolamenti la gestazione per altri, per una riforma complessiva del diritto di famiglia, contro ogni forma di discriminazione, per la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, perché nel 2019 in 8 paesi l’omosessualità è punita con la pena di morte; sono solo alcuni dei motivi per cui le associazioni Enzo Tortora Radicali Milano e Certi Diritti si riuniscono ogni lunedì alle 21:00 in via Sebastiano del Piombo 11 a Milano, per portare questi temi nelle strade, nelle aule della giustizia e in quelle della politica.

Unisciti a noi, libera il sesso, la scienza, la vita: porta il tuo contributo per una società più giusta. E porta sempre con te la felicità e l’orgoglio che hanno colorato il nostro carro al Milano Pride; anche se un giorno non dovessero esserci più diritti da rivendicare, continueremo a ballare per ricordare a tutti quanto sia preziosa la libertà!