L’archivio storico della Tortora torna alla vita

Cari compagni e cari amici,

negli scorsi mesi l’Associazione Enzo Tortora Radicali Milano ha dato l’incarico di ordinare e mettere in sicurezza il proprio archivio storico al Dott. Andrea Maori, archivista ed ispettore archivistico onorario.
L’archivio della Tortora è un patrimonio dal valore inestimabile, uno scrigno che custodisce la storia politica di tutti i Radicali milanesi dagli anni 70 ad oggi.
L’elenco sommario di consistenza realizzato da Andrea ci consente di avviare l’iter per ottenere la dichiarazione di archivio di interesse storico importante da parte della Soprintendenza archivistica e dei beni librari della Lombardia.
Grazie a questo la memoria storica della nostra famiglia politica sarà valorizzata e tutelata. Inoltre i numerosi documenti presenti saranno finalmente disponibili per studiosi, storici, studenti, giornalisti e più in generale per chiunque li vorrà consultare.

Ma non basta: il prossimo passo necessario è un puntuale riordino cronologico dell’archivio, attività che richiederà molto tempo e significative risorse economiche. Con il tuo aiuto questo importante traguardo potrà essere raggiunto.

Per contribuire a preservare e proteggere la storia dei Radicali milanesi

 

Così l’archivista Andrea Maori descrive la sua esperienza professionale fra le carte del nostro archivio:

“Ho la soddisfazione di aver messo in sicurezza un giacimento politico-culturale di interesse storico: l’Archivio della “Tortora”, specchio dell’attività radicale dal 1974 ai giorni nostri.
Ho creato una mappa per una consultazione veloce, “liberando” l’archivio da polverosi e fragili contenitori che ingabbiavano le carte buttate alla rinfusa a seguito dei trasferimenti che lo hanno traumatizzato. Non è un riordino vero e proprio, per il quale ci vorrebbero significative risorse, ma l’indicazione sommaria del materiale che consentirà agli attivisti, agli studiosi, agli appassionati, di orientarsi meglio nella ricca e significativa attività dei radicali milanesi.
Ora 94 faldoni custodiscono questo materiale, dalla prima associazione milanese alle ultime vicende della “Tortora” passando per le varie liste elettorali, all’attività dei gruppi consiliari in regione Lombardia (prima gli antiproibizionisti e poi Radicali -Lista Bonino), all’attività contro lo sterminio per fame nel mondo, al CO.R.A., ai vari comitati cittadini, alle indagini sulla tossicodipendenza avviate da Lucio Bertè, agli atti processuali sulla vicenda “Firmigoni”.
L’archivio negli anni passati ha subito un allagamento e del materiale è andato disperso ma ha resistito una continuità cronologica che permette di ricostruire le vicende dei Radicali milanesi.
Poi ci sono il centinaio di manifesti politici, dagli anni Sessanta pazientemente classificati, anche se velocemente, da un gruppo di militanti della Associazione, Riccardo, Barbara, Gabriele, Damian, Claudia, Andrea ed altri.
Un patrimonio importante, di forte impatto visivo che potrà essere utile utilizzare per mostre e pubblicazioni (c’è già l’idea di coinvolgere l’Università Statale per una mostra).
Da archivista, quindi da “arbitro” tra disordine e ordine, mi sento di dire che tutto il materiale è importante, senza distinzione. Ma da attivista radicale mi ha particolarmente colpito tutto il materiale per la realizzazione dei tavoli radicali, la modulistica, i volantini, la serie molto corposa di Notizie Radicali: i tavoli, appunto, luogo dell’essenza dell’azione radicale, rispetto alla quale i Radicali milanesi sono stati maestri indiscutibili.
Valorizzare questo archivio vuol dire conservare una memoria collettiva e diffondere idee su un metodo che è anche speranza di iniziativa politica per il futuro.
Per questo con il Segretario dell’Associazione Ricardo Giorgio Frega, che ringrazio per l’ospitalità, abbiamo avviato la procedura per far dichiarare l’archivio di “interesse storico importante” da parte della Soprintendenza archivistica e dei beni librari della Lombardia. Una dichiarazione che obbliga ad una buona tenuta del materiale documentario e alla comunicazione di eventuali spostamenti e nello stesso tempo ad una valorizzazione dell’archivio da parte del Ministero per i beni culturali nei loro siti. Non solo: una tale dichiarazione potrà consentire di accedere a progetti di riordino e di digitalizzazione. Inoltre il materiale, per non andare disperso, se si vorrà, potrà più facilmente essere depositato in luoghi di conservazione attrezzati.”