Lettera al Presidente Maroni, al Presidente del Consiglio Cattaneo e ai consiglieri
Gentili Presidenti, gentili Consiglieri,
la normativa in vigore nega di fatto la possibilità alle forze politiche non rappresentate in Consiglio di partecipare alla competizione elettorale in Lombardia e quindi ai cittadini il diritto sia all’elettorato attivo che all’elettorato passivo.
Il numero irragionevole delle firme previste, suddivise per circoscrizioni, la necessità di raccoglierle in un mese e mezzo in pieno inverno, l’impossibilità di disporre di autenticatori/pubblici ufficiali e l’assenza della possibilità della sottoscrizione online rendono un’impresa proibitiva l’esercizio dei diritti politici di base dei cittadini lombardi.
Le firme attualmente previste, oltre 20 mila per avere un margine di sicurezza, sono quasi la metà di quelle, comunque troppe, utili a presentare una lista per le elezioni politiche nazionali. Gli stessi ostacoli si pongono per proporre una iniziativa referendaria. Le 300 mila firme necessarie corrispondono al 3,3% degli aventi diritto, in Emilia Romagna e in Campania la soglia è pari all’1%, in Toscana all’1,2%. La Regione ha inoltre recentemente previsto il voto elettronico per un referendum indetto dal Consiglio, peraltro con modalità che non ne hanno assicurato la sicurezza, e non pone le condizioni per raccogliere le sottoscrizioni dei cittadini per via telematica.
Martedì 19 dicembre alle h.10 saremo davanti al Consiglio per chiedere un provvedimento urgente che preveda la possibilità di attestazione della regolarità della raccolta firme per persone indicate dal comitato elettorale, o dal comitato promotore in caso di referendum, come avviene negli altri paesi europei con procedure corrispondenti, una netta riduzione del numero delle firme, la possibilità di raccogliere le sottoscrizioni online e la sostituzione dell’attuale quorum partecipativo del 50% più uno per i referendum, con un quorum approvativo, di chi vota favorevolmente al quesito, del 10%. Il quorum partecipativo come afferma la Commissione di Venezia del Consiglio d’Europa “assimila gli elettori che si astengono a quelli che votano no” e “incoraggia l’astensione o l’imposizione del punto di vista di una minoranza”, il quorum approvativo eviterebbe queste degenerazioni.
Le chiedo di essere con noi martedì e di adoperarsi affinché il Consiglio possa intervenire con urgenza nelle direzioni proposte.
Valerio Federico, Direzione di Radicali Italiani